Bolzano, Blitz di CasaPound al nuovo centro profughi – prima le case ai padri separati
Bolzano, 3 dic – Questa mattina un gruppo di militanti di CasaPound Italia ha preso di mira il nuovo centro profughi di via Lageder, accendendo alcuni fumogeni e affiggendo uno striscione davanti alla struttura.
Lo striscione di Cpi, rivolto sia alle istituzioni che al privato proprietario dell’edificio, riportava la scritta “basta centri d’accoglienza – case ai padri separati italiani”.
In accordo con la Provincia di Bolzano, il signor Frasnelli, proprietario del maso Zeiler che a breve ospiterà una trentina di presunti richiedenti asilo, ha deciso di mettere gratuitamente a disposizione dell’emergenza profughi l’immobile per tre anni.
“Ci stupisce che nonostante sia da tempo che la struttura è abbandonata e con un progetto edilizio bloccato – dichiara in una nota il coordinatore regionale di Cpi Andrea Bonazza – adesso il maso Zeiler, sito a pochi metri da un asilo nido, viene destinato per un fine così caritatevole, anche se da anni è risaputo che centinaia di nostri concittadini, tra cui un altissimo numero di padri separati, attendono una casa popolare o un alloggio sociale che tarda ad arrivare o rimane solo un lontano miraggio”.
“Ci stupisce che nonostante sia da tempo che la struttura è abbandonata e con un progetto edilizio bloccato – dichiara in una nota il coordinatore regionale di Cpi Andrea Bonazza – adesso il maso Zeiler, sito a pochi metri da un asilo nido, viene destinato per un fine così caritatevole, anche se da anni è risaputo che centinaia di nostri concittadini, tra cui un altissimo numero di padri separati, attendono una casa popolare o un alloggio sociale che tarda ad arrivare o rimane solo un lontano miraggio”.
“Sistemati in alloggi di fortuna come garage o addirittura automobili, patendo ora il freddo invernale, i padri separati sono una delle fasce più deboli della nostra società, ma nonostante questo vengono poco considerati o addirittura ignorati dalle istituzioni che, preferiscono concentrare i loro sforzi e le loro risorse per chi, pare, sia tutto tranne che italiano. A questo punto – conclude Bonazza – ci chiediamo se questa operazione non abbia lo stesso interesse dell’accordo sull’Hotel Alpi tra il Comune di Bolzano e Renè Benko”.
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