
Nella notte tra il 30 aprile e il 1° maggio, alcuni esponenti del movimento politico Casapound Italia hanno affisso uno striscione sopra il ponte sul Monticano, nel centro di Oderzo. Il messaggio riportava la scritta: “Oderzo 1 maggio: 113 ragazzi uccisi”, in memoria dell’ottantesimo anniversario della strage degli allievi ufficiali della Guardia Nazionale Repubblicana.
Il tragico episodio risale al 28 aprile 1945, quando, in seguito a un accordo con il CLN, fu pattuita la resa e la consegna delle armi da parte degli allievi della scuola ufficiali, in cambio del permesso di tornare alle loro case. Tuttavia, la resa fu violata: nei giorni successivi, i partigiani della brigata “Cacciatori della Pianura” entrarono in città, organizzarono un processo sommario, sottrassero gli effetti personali dei giovani (alcuni dei quali minorenni, il più giovane aveva 14 anni) e li fucilarono sull’argine del Piave.
“A confermare la gravità dei fatti – conclude Casapound in una nota – ci sono le sentenze dei processi degli anni ’50, che portarono a condanne tra i 24 e i 30 anni per alcuni responsabili. A ottant’anni da quell’eccidio, vogliamo ricordare le vittime, molte delle quali erano ancora adolescenti”.