Grosseto, in Ricordo della “Strage di Pasquetta”

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Sono trascorsi 82 anni da quel 26 aprile 1943, data impressa a fuoco nella memoria di Grosseto. Quel giorno, i bombardieri americani B-17 non si limitarono a colpire l’aeroporto “Corrado Baccarini”, obiettivo militare dichiarato, ma sganciarono volutamente bombe a frammentazione sul centro storico della città, affollato di civili.

Non si trattò di un errore di mira, come spesso si è voluto far credere. I racconti dell’epoca, ancora oggi limpidi nella memoria dei sopravvissuti, parlano chiaramente di un bombardamento mirato e di mitragliamenti a bassa quota contro la popolazione in fuga. Una vera e propria azione di terrore condotta nel cuore della città che, in quel lunedì dell’Angelo – giorno di festa – pieno di famiglie e bambini, molti dei quali si trovavano alle giostre di Porta Vecchia.

Il bilancio fu devastante: 134 morti e oltre 200 feriti

Il Corriere della Sera titolava il giorno dopo: “Nessun italiano dimenticherà i bimbi straziati dai gangster”. Eppure, quella che dovrebbe essere ricordata come “la strage di Pasquetta” sembra oggi scomparsa dai libri di storia, rimossa dalla coscienza nazionale in nome di una narrazione unilaterale della Liberazione. A non dimenticare, invece, sono i militanti di CasaPound e i ragazzi del Blocco Studentesco, che ogni anno rendono omaggio a quelle vittime innocenti.

Fiori vengono deposti accanto alla targa commemorativa e striscioni affissi con messaggi chiari: “26-04-1943, la democrazia cade dal cielo” e “L’odio alleato non verrà mai dimenticato”. Una memoria alternativa e controcorrente, che rifiuta l’oblio imposto e punta il dito contro la violenza “liberatrice” degli Alleati, troppo spesso taciuta nonostante le stragi compiute ai danni di civili italiani.