Mafia capitale: CasaPound, contro di noi azioni di killeraggio mediatico

Roma, 19 dicembre – “Azioni di vero e proprio killeraggio mediatico: non si possono definire altrimenti articoli come quello a firma di Lirio Abbate comparso sull’Espresso di questa settimana, in cui si diffondono illazioni completamente prive di fondamento, slegate da qualunque riscontro oggettivo. Nell’articolo si riferisce di un fantomatico incontro tra il presidente di CasaPound Italia Gianluca Iannone e un signore non identificato, un ‘mister x’ del quale non solo non si dice a che titolo sarebbe coinvolto nelle indagini su Mafia Capitale, ma nemmeno si dice il nome, peraltro sconosciuto anche agli investigatori a quanto riferisce lo stesso Abbate. La vaghezza di quanto scritto, oltre alle palesi falsità, come quella che vorrebbe Iannone residente a Sacrofano, evidenzia l’assoluta pretestuosità dell’articolo, che, a cominciare dal titolo, sembra montato ad arte per indurre il lettore in maniera surrettizia a credere che CasaPound sia coinvolta nell’inchiesta, nonostante in nessun modo il movimento sia stato chiamato in causa da chicchessia in relazione alla vicenda, e pur risultando il nome dell’associazione mai menzionato negli atti d’indagine”. Lo afferma in una nota CasaPound Italia.

“Siamo di fronte all’ennesimo atto di una certa ‘teppaglia giornalistica’ incapace di riconoscere che nessuno quanto CasaPound Italia ha marcato le distanze dalla giunta Alemanno – contro cui ci siamo anche candidati in Campidoglio – e dal sistema dei poteri forti che controlla la Capitale da prima di lui, al contrario dei tanti che oggi fanno i puri ma non hanno esitato ad andare a braccetto anno dopo anno con la Roma della politica e degli affari. CasaPound peraltro ha sempre rispedito al mittente le richieste di mediazione sui centri di accoglienza. Anzi, è l’unico movimento sceso in piazza per impedire l’apertura di un nuovo centro immigrati, quello di Settecamini, da parte della coop 29 giugno”, aggiunge il movimento, che poi annuncia: “È evidente che la tutela dell’onorabilità del nostro movimento avverrà in tutte le sedi e che chi ha diffamato, mettendosi al servizio delle più squallide ragioni della politica, sarà chiamato a rispondere delle sue menzogne”.