Varese, 23 dicembre – “Da diversi mesi, la provincia di Varese è teatro di una vera e propria catastrofe sociale, le cui conseguenze, ancora non completamente delineate, saranno certamente enormi” – è quanto affermato in una nota diffusa da CasaPound. La crisi industriale che sta colpendo lo stabilimento Beko Srl (ex-Whirlpool) di Biandronno, la MV Agusta di Varese e la Meta System di Mornago è solo l’inizio di un “effetto domino” che sta impattando la manifattura italiana. Le cause sono da ricercarsi nell’incapacità delle istituzioni di intervenire a favore dell’impresa nazionale, a causa di paletti imposti da organismi sovranazionali che privilegiano il flusso di capitale sul lavoro.
Il futuro si prospetta difficile, non solo per i centinaia di lavoratori che rischiano di perdere il loro posto, ma anche per le gravi ripercussioni sull’indotto. Recenti stime parlano di un rischio di perdita di migliaia di posti di lavoro. Un colpo devastante al tessuto sociale di un’intera zona, con conseguente aumento di disoccupazione e povertà.
Per questo motivo, oltre alla solidarietà già espressa, CasaPound propone di affrontare la situazione con iniziative coraggiose, concrete e di largo respiro, rifiutando le soluzioni parziali come le consultazioni sindacali insicure e gli ammortizzatori sociali temporanei.
La proposta avanzata riguarda la socializzazione delle industrie colpite attraverso il sistema del “workers’ buyout“, applicando anche l’art. 46 della Costituzione. I lavoratori di queste aziende diventerebbero soci e non più dipendenti, con la possibilità di continuare a mantenere attiva la loro produzione, sfruttando gli strumenti già esistenti, come la Legge Marcora, o la cooperazione con enti territoriali.
CasaPound continuerà la sua mobilitazione e si impegnerà a portare questa proposta all’attenzione dei diretti interessati, con l’obiettivo di dimostrare che questa soluzione è già stata realizzata con successo in altre zone del paese.